Il testo è stato approvato e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 16 febbraio 2023 e tra le novità in vigore dal 17 febbraio in sintesi troviamo:
- stop alla cessione del credito e allo sconto in fattura del superbonus 110% e bonus edilizo;
- blocco all’acquisto dei crediti da parte delle Regioni;
- esclusione dalla responsabilità solidale degli acquirenti delle somme.
Restano esclusi dalle modifiche i lavori per cui è già stata presentata la CILA e quindi sarà ancora possibile effettuare le cessioni dei relativi importi. Si tratta, in ogni caso, di un intervento che rischia di mandare sottosopra il settore dell’edilizia, con conseguenze su imprese, contribuenti e banche.
L’obiettivo è duplice, spiega il ministro dell’Economia Giorgetti: “Risolvere il nodo dei crediti“, arrivati ormai a 110 miliardi, e “mettere in sicurezza i conti pubblici“. Una mossa che però viene mal digerita dal settore, con le imprese che lanciano l’allarme.
Il decreto affronta anche il nodo della responsabilità solidale dei cessionari, che viene esclusa per chi è in possesso di tutta la documentazione relativa alle opere. L’urgenza è “riattivare la possibilità per gli intermediari nell’acquisto dei crediti” rimasti incagliati, sottolinea Giorgetti, spiegando che nel mirino non c’è il superbonus 110% e bonus edilizo, ma la cessione dei crediti d’imposta.
In conclusione l’eliminazione della cessione del credito e dello sconto i fattura favorisce automaticamente i contribuenti con redditi più alti, mentre i cittadini con redditi bassi sono danneggiati per due motivi:
- senza la cessione del credito, se è permessa come unica via la detrazione, l’importo della stessa non potrà superare la capienza fiscale del soggetto;
- senza lo sconto in fattura le somme dovranno essere “anticipate” dal contribuente.
In altre parole, con redditi bassi sarà molto difficile poter beneficiare di agevolazioni edilizie.